In giorni in cui nella nostra città si dovrebbe discutere di appalti pubblici di fronte ad un Avviso di garanzia che interessa importanti persone della Amministrazione comunale (l’Assessore ai Lavori Pubblici poi dimessosi, un Dirigente in pensione e un Funzionario), avviso di garanzia non per “fatterelli” ma per Corruzione e Turbativa d’asta – dicevamo – in un momento così delicato, cosa di meglio che applicare una ordinanza del gennaio scorso del Sindaco Giordano (Sindaco che sta per lasciare il suo incarico avendo scelto di chiedere al Consiglio Comunale di approvare un procedura per la sua decadenza) e distogliere completamente l’attenzione, facendo così parlare di sé non solo a Novara bensì addirittura a livello nazionale, ma per ben altri motivi.
A noi piace ragionare su tutto e di fronte al recente fatto della multa ad una ragazza tunisina per come vestiva, abbiamo purtroppo assistito ad un susseguirsi di prese di posizione molto discutibili: “tutti devono rispettare le leggi, chi vive nel nostro paese deve rispettare la nostra cultura, l’ ordinanza del sindaco può costituire un atto di vera integrazione”
La legge in questione è una legge sull’ordine pubblico che risale al 1975; nata in un clima che vedeva manifestazioni a volte anche molto violente, proibiva di indossare caschi e volti mascherati perché questo poteva costituire motivo di pericoloso atteggiamento verso l’ordine pubblico.
Cosa c’entra tutto questo con il fatto che una giovane tunisina con un vestito che le vela il volto, si sta dirigendo verso la moschea per pregare?
A cosa mira una ordinanza del Sindaco che “fa divieto di indossare abbigliamento che renda difficoltosa l’immediata riconoscibilità della persona e che quindi potrebbe suscitare disorientamento, insicurezza e disagio con chiaro potenziale pregiudizio della tranquilla e pacifica convivenza”?
A noi sembra che l’unica mira sia quella di creare un problema che non esiste. L’abbiamo detto più volte in Consiglio Comunale e lo ripetiamo. S. Agabio se ha più problemi di altri quartieri è perché è stato lasciato privo di servizi, privo di quell’ attenzione che i processi di deindustrializzazione richiederebbero, privo di strutture che creano coesione sociale e accoglienza. Ancora oggi in tutti i documenti di bilancio la nostra Amministrazione comunale elenca le problematiche della immigrazione non nelle pagine dei Servizi sociali, ma in quelle dell’ordine pubblico e della sicurezza.
Non ci addentriamo, anche per rispetto della persona, nella questione se un certo tipo di abbigliamento per la donna è sintomo di libertà o di oppressione. Nel ricordare come anche nel nostro paese, soprattutto per le donne, ci sono stati lunghi processi di evoluzione, non ancora completati, possiamo solo auspicare che anche per la giovane Amel possa mettersi in moto un processo che la renda sempre più libera di scegliere del suo modo di vivere, da tutti i punti di vista.
Il Sindaco ritiri una ordinanza inutile, tesa solo a discriminare, che non risolve assolutamente né problemi di emancipazione, né problemi di coesione sociale.
La nostra idea di pacifica convivenza sta nel profondo convincimento che solo il rispetto reciproco tra mondi, culture, persone e vite regala quella diversità che è fonte di ricchezza non certo di disagio.
Nicola Fonzo
Alfredo Reali
Consiglieri Comunali di Sinistra Ecologia Libertà
Novara 08.05.2010
Nessun commento:
Posta un commento