Ordine del giorno per il rispetto dell’esito del referendum del 1987 contro le centrali nucleare
Il Consiglio Comunale
Ricordato che
- nel 1987 il popolo italiano si è pronunciato per via referendaria sulla fine della produzione di energia nucleare nel nostro Paese;
- pur essendo attive molte le centrali nucleari nel mondo, la percentuale di energia elettrica di fonte nucleare prodotta resta modesta, pari a circa il 6,4%, senza prospettiva per l’esaurimento dell’uranio che alimenta le centrali e con conseguenti aumenti del suo prezzo che la rende più costosa per unità di prodotto dell’energia prodotta altre fonti rinnovabili;
- dopo il 1987 frequenti sono stati gli incidenti, restano comunque irrisolti i problemi di impatto ambientale e in particolare per il forte fabbisogno di acqua e il suo alto spreco; così come permangono, pur essendo migliorata la tecnologia, i rischi per la sicurezza della popolazione e per lo smaltimento delle scorie la cui pericolosità radioattiva durerà per centinaia e centinaia di anni;
- dopo il 1987 nel mondo altri Paesi hanno chiuso centrali nucleari e ridotto o annullato programmi per la costruzione di nuove centrali anche per i rischi di azioni terroristiche, mentre l’intreccio con il nucleare civile spinge nuovi paesi sulla strade del nucleare per dotarsi di un arsenale atomico;
- dopo il 1987 l’Italia non si è dotata di un coerente e organico Piano Energetico Nazionale con cui definire il reale fabbisogno energetico nazionale tenendo conto delle grandi potenzialità del risparmio e dell’efficienza energetica nei settori edilizio, produttivo e dei trasporti e della crescita annuale delle fonti rinnovabili su cui investire per sostituire via via l’energia fossile nella produzione di energia elettrica;
Premesso che la Regione Piemonte
- si è dotata nel febbraio 2004 del Piano Energetico Regionale che fa leva sul risparmio e sull’efficienza energetica per contenere il fabbisogno e punta all’autosufficienza regionale con l’uso delle fonti rinnovabili ;
Evidenziato che
- dopo il 1987 sono aumentati gli insediamenti edilizi e si sono ridotti gli spazi liberi per cui sarebbe quasi impossibile installare in modo democratico una centrale sul territorio italiano e certamente su quello della nostra Regione nel rispetto dei requisiti di sicurezza e adeguata distanza dalle case e dai luoghi di lavorare
- la produzione energetica nucleare non è affatto esente dalla emissione di CO2 e di gas serra, perché provoca emissioni climalteranti per l’estrazione e il trasporto del combustibile, per la costruzione della centrale, per l’allontanamento, l’inertizzazione e la custodia delle scorie per centinai di anni, per altre fasi della sua gestione e per il suo futuro smantellamento;
Dichiara
il totale disaccordo e l’indisponibilità alla installazione o alla attivazione di una centrale nucleare nel territorio comunale;
Impegna la Giunta
- ad operare nelle sedi istituzionali affinché sia ritenuto ancora valido il pronunciamento referendario del 1987 per tutto il territorio nazionale fino a che un altro referendum non ribalti quella decisone;
- a sollecitare l’adozione di un Piano Energetico Nazionale che sia basato su una discussione democratica coinvolgendo le regioni per la definizione del reale fabbisogno energetico e della reale possibilità di risparmio energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili e in particolare di quella solare su cui l’Italia potrebbe candidarsi a essere il primo paese produttore e utilizzatore dando così una risposta alla domanda di occupazione di ricercatori e lavoratori in settori fortemente innovativi;
Novara, 15 maggio 2009
Firmato:
Fonzo, Martinoli, Ierace, Bosio, Ferrari, Agnesina, Reali, Bossi
Fonzo, Martinoli, Ierace, Bosio, Ferrari, Agnesina, Reali, Bossi
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