Al SIGNOR SINDACO DEL COMUNE DI NOVARA
AI CONSIGLIERI E ALLE CONSIGLIERE DEL COMUNE DI NOVARA
AI GIORNALI LOCALI
AGLI OPERATORI DEI CONSULTORI E DELL’OSPEDALE MAGGIORE DI NOVARA
A TUTTE LE DONNE NOVARESI
Novara, 12 dicembre 2008
Che tristezza, dopo trent’anni, ritrovarsi a discutere delle stesse problematiche!
Il 17 aprile scorso nove Consiglieri (uomini) appartenenti alla maggioranza che governa il Comune di Novara hanno presentato una mozione denominata “Interventi finalizzati all’aiuto delle madri in difficoltà in applicazione della legge 194 – Protocollo di intesa” volta ad impegnare denaro del Comune per introdurre “sia all’interno dei consultori, che nei reparti di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale Maggiore” associazioni di volontariato perché siano “di ausilio e di ascolto per le donne in gravidanza che desiderino informazioni sul loro diritto di ripensamento e sugli aiuti che possono essere loro concessi”
Considerato che
• La legge 194 già contempla la presenza attiva all’interno delle istituzioni sanitarie di personale qualificato per offrire sostegno psicologico ed informazioni adeguate• La risorse economiche della comunità andrebbero più sensatamente utilizzate per potenziare la rete territoriale dei consultori, rendendo maggiormente efficace la loro opera di prevenzione e di educazione ad una sessualità responsabile e consapevole evitando gravidanze non desiderate nelle giovani generazioni , ragazze e ragazzi.• 30 anni di esperienza delle associazioni femminili sul territorio novarese confermano la capacità dei consultori di soddisfare il bisogno espresso da donne in gravidanza di essere accompagnate nel proprio percorso
Rimane l’amarezza nel constatare come a fronte di una situazione sociale complessa e difficile per donne e uomini, energie e risorse vengano profuse dal consiglio comunale di questa città nel tentativo migliorare la 194 con “correzioni” che non risultano essere state richieste né dalle strutture sanitarie, né dai consultori presenti sul territorio e, tantomeno, dalle donne.
Alle nostre menti, sicuramente poco obiettive e malpensanti, sorge il dubbio che tanta fatica e tante discussioni siano indirizzate a devolvere soldi pubblici ad associazioni che risultano chiaramente orientate, quali, “a titolo di esempio”, il CAV (Centro di Assistenza alla Vita), unica associazione di volontariato citata nell’atto.
Un’associazione – discetta dottamente la mozione presentata dai nostri nove Signori - che contribuisce “con un’assistenza concreta, fatta di carrozzine e corredini, latte e ausili vari, volta a rimuovere … le difficoltà di ordine pratico ed economico che talvolta costituiscono un ostacolo all’accoglienza della nuova vita”….
Qualcuna di noi potrà forse pensare che l’”ostacolo” - come le difficoltà - ad aprirsi a quella meravigliosa esperienza della vita nascente possano spesso coinvolgere problemi di natura un poco diversa da quelli risolvibili in un negozio specializzato per la prima infanzia … e tuttavia rimane profondo il rispetto per chi si adopera, conformemente a propria coscienza per sovvenire ed aiutare: continui pure come le altre associazioni sul territorio a dare il suo prezioso contributo !
Ulteriore motivo di amarezza proviene dalla constatazione che gli uomini che in Consiglio Comunale ci rappresentano, abbiano ancora delle donne un’ immagine che rimanda a soggetti incapaci di assumere decisioni in maniera autonoma, impotenti, in caso di bisogno, di rivolgersi alle associazioni, (peraltro numerose ed attive sul nostro territorio ed i cui recapiti possono essere richiesti all’efficiente Centro Servizi Volontariato ) che ritengono più adatte e vicine a proprie sensibilità e valori.
Insomma, dopo aver attentamente analizzato mozioni ed emendamenti sempre redatti e presentati da uomini del consiglio comunale ci chiediamo se, laddove si vuole trattare ed indirizzare scelte fondamentali che coinvolgono nel profondo la vita (anche delle donne!), abbia senso impegnare risorse e stilare protocolli, trascurando completamente le opinioni e bisogni di quelle stesse donne che si vorrebbero tutelare ( o meglio dire porre sotto tutela) e dei professionisti che operano all’interno delle strutture cui la legge demanda l’assistenza, l’informazione e l’organizzazione degli interventi.
La settimana prossima dovrebbe essere votata tale mozione in Consiglio Comunale. Consiglieri e Consigliere utilizzate il vostro voto per un intervento serio e laico di un’istituzione pubblica che non considera in modo pietistico/minaccioso le donne come “minori” , ma le rispetta nelle scelte spesso sofferte e profondamente intime e impegna le risorse pubbliche per informazioni e servizi utili, vero supporto rispettoso alle vite !.
E’ ora che si guardino i dati senza cecità ma obiettività soprattutto per le nuove generazioni dando a loro i supporti necessari, come chiesto, perché ricevano una sana educazione ed informazione e su questo ahimé siamo veramente carenti
Tonie Settembri
Unione Donne Italiane
Sezione di Novara
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