La seduta di ieri del Consiglio Comunale di Novara, richiesta dal centro -sinistra, è stata interamente dedicata alla crisi occupazionale, che ha colpito Novara e provincia. Come anticipato nella precedente news (n. 28/08) il centro-sinistra aveva predisposto un proprio documento, al quale la maggioranza ha replicato con un altro che in parte recepiva le nostre argomentazioni. In conferenza dei capigruppo, venerdì scorso tutti i rappresentanti, convenendo sull'opportunità di addivenire ad una posizione che godesse di un ampio consenso, hanno ribadito la volontà di fare sintesi. Lo sforzo si è concretizzato in un documento, votato da tutti tranne che da Mattera.
Poichè frutto di una mediazione, il testo è necessariamente ampio e non si limita alla sola questione della perdita dei posti di lavoro.
Come ho sottolineato nel mio intervento in Consiglio, la forza dell'elaborato è duplice: da un lato per l'ampio consenso di cui gode, dall'altro per l'impegno -previsto nella conclusione- di avviare un percorso con le forze sociali che si concluderà a breve con un Consiglio comunale aperto.
Qualità sociale e sviluppo locale sono le possibili traduzioni nel "locale" della strategia di Lisbona, con la quale l'Unione Europea ha concordato che entro il 2011 l'Europa dovrà fondare la propria economia sulla conoscenza. Obiettivio ambizioso, ma non impossibile soprattutto se le comunità locali fanno rete facendo della qualità del loro territorio il volano dello sviluppo.
Poichè frutto di una mediazione, il testo è necessariamente ampio e non si limita alla sola questione della perdita dei posti di lavoro.
Come ho sottolineato nel mio intervento in Consiglio, la forza dell'elaborato è duplice: da un lato per l'ampio consenso di cui gode, dall'altro per l'impegno -previsto nella conclusione- di avviare un percorso con le forze sociali che si concluderà a breve con un Consiglio comunale aperto.
Qualità sociale e sviluppo locale sono le possibili traduzioni nel "locale" della strategia di Lisbona, con la quale l'Unione Europea ha concordato che entro il 2011 l'Europa dovrà fondare la propria economia sulla conoscenza. Obiettivio ambizioso, ma non impossibile soprattutto se le comunità locali fanno rete facendo della qualità del loro territorio il volano dello sviluppo.
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